Celeberrimo film del 1956 con Totò e Peppino De Filippo, La banda degli onesti è entrato rapidamente nella memoria collettiva degli italiani ed ancor oggi è considerato un “film di culto” per l’originalità del soggetto e per le trovate, spesso improvvisate, dei due grandi interpreti. Molti anni dopo la sua uscita sono state elaborate (la prima per iniziativa di un membro della famiglia Scarpetta, Mario) alcune versioni teatrali della vicenda narrata nel film, che si presta in effetti ad essere portata sul palcoscenico in ragione della sua “teatralità”.
Da queste esperienze nasce la rielaborazione che oggi viene portata in scena, per molti punti coincidente con l’originale cinematografico, per altri adattata e modificata allo scopo di dar vita ad una rappresentazione un po’ più popolare e con un’ambientazione più schiettamente partenopea (nel film gli interpreti principali sono pilastri della tradizione dialettale napoletana, ma la storia si svolge a Roma).
Ne nasce un gustoso quadretto d’epoca, con alcuni personaggi aggiuntivi di rilievo tipicamente teatrale e con la omissione di altri personaggi ed elementi che più erano legati all’ambiente “italianizzato” della pellicola.
Ancorché la vicenda dei falsari troppo onesti sia, quindi, ben nota al vasto pubblico, resta interessante riscoprirla nella sua veste teatrale, anch’essa ricca delle gustose gag e delle caratteristiche proprie del soggetto originale, anch’essa venata di sfumature umane e sociali di tutto rispetto.